Un pensiero per la Veglia per la Pace
Ieri sera, a quest’ora, sedevo insieme a tanti fratelli in Cristo per la Veglia per la Pace nel mondo organizzata nella mia parrocchia” S. Giovanni Battista”.
Ora, seduta sulla sedia della mia cucina, continuo a rivivere quei momenti, quelle cinque ore che a me ed ai miei “ colleghi” della parrocchia sembravano tanto lunghe da riempire . Ma il Signore è grande ed agisce sempre nel silenzio. Ai nostri umani timori ha risposto con la voce dei cuori dei tanti che, riuniti in preghiera nella nostra bellissima tenda- chiesa, cercavano pace e chiedevano al Padre la vera Pace. Il tempo non ha ore quando lo si vive col cuore! Un’emozione grandissima vedere entrare dapprima alla spicciolata e poi sempre più con difficoltà e nel silenzio tanti , tantissimi fratelli. Sacerdoti, frati, suore, anziani, bambini: tutti uguali davanti a Dio. Nessuno con un posto speciale. Abbiamo iniziato con un Rosario, quello gaudioso, aspettando Mons. Antonini. Nell’aria, girata dai ventilatori, si respirava la semplicità di chi, nell’affidarsi completamente a Dio, non ha bisogno di mostrarsi con sfarzo.
L’esposizione del Santissimo: pregare Dio davanti al Re! Un Re d’Amore che ci abbracciava tutti dall’Altare.
L’anima mia si è colmata di speranza: moltissime famiglie con figli piccoli a seguito, e giovani, tantissimi giovani, molti dei quali sono rimasti fino alla fine!
Seduta là, in fondo alla chiesa, ho ripensato alla Scrittura, dove Abramo dice: «Non si adiri il Signore se io parlerò ancora questa volta soltanto. Ammesso che in città se ne trovino dieci?». L’Eterno rispose: «Non la distruggerò per amore dei dieci».” Abramo chiede a Dio di salvare una città di peccatori perché in essa ci sono dei giusti, pochissimi giusti! Ci saranno dieci giusti in questo mondo? Quanta importanza ha un giusto agli occhi di Dio! Quanto misericordioso è il Padre Celeste!
Durante la Veglia, con i grani del Rosario che scorrevano tra le dita, ognuno di noi appoggiava il capo sulla spalla di Papà e chiedeva soccorso, aiuto, ognuno chiedeva di trovare la pace dentro sé, di dare pace al mondo.
“Ma come può contribuire uno come me alla Pace nel mondo?” mi ha chiesto un ragazzo.
Con la tua semplicità, con questa domanda che dimostra il tuo sentirti piccolo ma anche la tua voglia di fare, con una fede “ pulita”, vera che ti porti a sentire la pace dentro di te, testimoniando Cristo.
Ognuno di noi può molto, ogni uomo è prezioso agli occhi Dio che ci lascia la libertà di figli; soltanto noi, con il nostro vivere, con le nostre preghiere possiamo creare una barriera” tra il mistero del male che segna la storia dell’uomo ed il Dio della pace che la sana e la salva”.
Mons. Antonini, in una riflessione, ci ha detto di sentirci come Gesù nel Getsémani: chiedere al Padre di allontanare da noi il calice della guerra ma di accettare comunque tutto, perché sia sempre fatta la Sua Volontà. Quale Padre può volere il male del figlio? Quale Madre potrebbe sopportare sofferenza e morte?
Abbiamo pregato per i giusti e per i violenti, per gli oppressi e per gli oppressori perché sono tutti figli di Dio! Egli è il sommo bene ed in ogni momento ci riempie d’Amore!
Ieri sera, come fortunatamente mi riesce spesso, ho pregato anche per chi mi ha fatto tanto male e devo dire di essermi sentita più serena, più libera, pulita, rischiarata dalla tenerezza di Maria, più volte invocata ad intercedere per noi.
Grazie al nostro parroco don Ramon ed tutti i fratelli riuniti in preghiera.
Preghiera scritta da un deportato
Signore,
ricordati non solo degli uomini
di buona volontà,
ma anche di quelli di cattiva volontà
Non ricordarti, però, di tutte le
sofferenze
che ci hanno afflitto
Ricorda, invece, i frutti che abbiamo
portato proprio da queste sofferenze:
E’ cresciuta in noi la disponibilità,
ci si é fatta, più limpida la lealtà,
più ampia la generosità
E quando essi si presenteranno
per il tuo giudizio,
lascia che i frutti che abbiamo portato
siano il loro perdono