La liturgia ci invita a pregare per i nostri cari
scomparsi, volgendo il pensiero al mistero della
morte, comune eredità di tutti gli uomini. Illuminati
dalla fede, guardiamo all’enigma umano della morte
con serenità e speranza. Secondo la Scrittura, infatti,
essa più che una fine, è una nuova nascita, è il
passaggio obbligato attraverso il quale possono
raggiungere la vita in pienezza coloro che modellano
la loro esistenza terrena secondo le indicazioni della
Parola di Dio.
La vita umana è un cammino. Verso quale meta?
Come ne troviamo la strada? La vita è come un
viaggio sul mare della storia, spesso oscuro ed in
burrasca, un viaggio nel quale scrutiamo gli astri che
ci indicano la rotta. Le vere stelle della nostra vita
sono le persone che hanno saputo vivere rettamente.
Esse sono luci di speranza. Certo, Gesù Cristo è la
luce per antonomasia, il sole sorto sopra tutte le
tenebre della storia. Ma per giungere fino a Lui
abbiamo bisogno anche di luci vicine, di persone che
donano luce traendola dalla sua luce ed offrono così
orientamento per la nostra traversata.
( Spe Salvi, 49)
BENEDETTO XVI
ottavario dei defunti 1-8 novembre
TUTTI I GIORNI ALL’INIZIO DELLA S.MESSA
PREGHEREMO INSIEME PER L’OTTAVARIO
Dall’1 all’8 novembre, posso applicare l’indulgenza plenaria ad un caro defunto, visitando un cimitero, una Chiesa e pregando, anche soltanto mentalmente ma con fede per lui e per i defunti. Ogni giorno posso applicarla ad un caro defunto.
Cosa devo fare per acquistare l’indulgenza plenaria per un caro defunto?
Considerato che l’indulgenza è come uno “smacchiatore” per le macchie
della mia anima, occorre:
– La mia intenzione di non ricadere in una situazione di peccato,
anche se veniale.
– Riconciliarmi con Dio attraverso il Sacramento della Confessione.
– Ricevere la Comunione Eucaristica.
– Recitare una preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice.
Posso recitare qualsiasi preghiera, secondo la mia devozione,
oppure un Padre nostro e un’Ave Maria.
La Confessione posso farla entro 8 giorni prima e 8 giorni dopo
il giorno in cui ricevo l’indulgenza,
quindi con una sola Confessione sacramentale
posso acquistare più indulgenze plenarie.
Quando il sacerdote assolve il mio peccato, è Cristo, in realtà, che mi assolve. Anche se la colpa viene rimessa, cancellata, dimenticata da Dio, la conseguenza del mio peccato rimane, come una ferita: questa conseguenza si chiama
“pena temporale”. Occorre curare questa ferita,
con il balsamo dell’indulgenza.
Questa “cura” possiamo farla durante la nostra vita e in Purgatorio,
dopo la nostra morte.
La Chiesa raccomanda l’uso delle indulgenze. Giovanni Paolo II ha definito le indulgenze “una comprensiva tessera di autentica cattolicità”.
La tradizione le ha trasmesse come bene prezioso.
Consigliarne l’uso non significa sminuire il valore della Santa Messa e dei Sacramenti, in particolare della Riconciliazione (o Confessione),
né dei Sacramentali, né delle opere buone, di penitenza e di carità.
Non posso infatti parlare di indulgenza senza una sincera conversione da parte mia. Questo evidenzia che l’indulgenza è strettamente collegata ai Sacramenti che ricevo e, spiega anche perché non posso applicarla ad altri che sono ancora in vita, ma solo a me stesso o ai defunti come suffragio.
Esistono due tipi di indulgenza: plenaria e parziale. La prima cancella la ferita lasciata dal mio peccato, cioè mi libera totalmente dalla pena temporale, la seconda lo fa solo in parte. L’indulgenza parziale non stabilisce, come si usava nel passato, la quantità di giorni, mesi o anni che mi vengono “condonati”.Posso ricevere l’indulgenza parziale più volte durante il giorno, mentre la plenaria una volta sola.