La Cresima

7 Mar

Vorrei provare a capire con te che cos’è la cresima, cosa significa riceverla, comecresima_1 prepararsi ad essa e come farne tesoro per tutta la vita: ho scelto di parlartene perché mi sembra che questo dono di amore sia spesso poco compreso, vissuto da molti più come un obbligo da assolvere che come un incontro decisivo, in cui – se lo vuoi – lo Spirito Santo può riempire il tuo cuore e imprimervi il sigillo dell’amore di Dio per renderti capace di credere, sperare ed amare oltre ogni misura di stanchezza e ogni prova e sfida della vita.

Quindi la Cresima è “il dono del sigillo dello Spirito Santo”, lo Spirito viene a prendere possesso del nostro cuore, realizzando in noi quello che dice l’apostolo Paolo nella Lettera ai Romani: “L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (5,5).

Molti la vedono come l’ultimo sacramento, in realtà è la prima tappa che ti dovrebbe far entrare consapevolmente nel mondo e se non ci si sente pronti bisogna farlo quando ci si sente pronti ad aprire quella porta!
Da bambino hai sempre solo ascoltato, con la Cresima ti prendi l’impegno con lo Spirito Santo di divulgare la Parola di Dio, diventi “attivo”.
La cresima è una prova…Il ponte dell’asino: così un Vescovo aveva definito l’esperienza della cresima per molti ragazzi.
Nell’uso comune “ponte dell’asino” indica un passaggio particolarmente difficile. All’origine pare ci sia un’antica leggenda, che narra di un Santo, di un asino e del Diavolo. Il Santo doveva spesso attraversare un torrente impetuoso. Il Diavolo gli propose, allora, di costruirgli un ponte, a patto di potersi impadronire dell’anima del primo che lo avesse attraversato. Il Santo accettò e il Maligno sembrò assaporare il gusto di impadronirsi dell’anima dell’uomo di Dio. Questi, però, dimostrò di saperne una più del Diavolo, perché ad attraversare il ponte mandò per primo… l’asino, che – come il Santo aveva previsto – fu risparmiato, in quanto non gradito al grande Avversario! La storiella fa capire perché “ponte dell’asino” designi una prova, dove c’è il rischio di perdersi. Essa contiene, tuttavia, anche un altro messaggio: e cioè che ci sono momenti in cui – se ti fidi di Dio e usi intelligenza e buona volontà – puoi guadare anche il torrente più impervio e avanzare libero e sereno nel cammino della vita.

Dire che la cresima è “il ponte dell’asino” significa allora riconoscere che per molti essa risulta una tappa difficile, alla quale ci si prepara spesso con un senso di costrizione, mescolando noia e curiosità, attesa e fretta di finire. Giunto al ponte dell’asino, il protagonista rischia di cascare nelle mani del Nemico, lieto di poterlo separare da Dio. Avviene così che – messi da parte i buoni propositi – il ragazzo appena cresimato si allontani dalla pratica religiosa e cominci a navigare da solo nel turbinoso mare della vita. Il momento della confermazione diventa allora per molti l’ora del congedo!

Che cosa opera lo Spirito Santo in chi lo riceve? “Il frutto dello Spirito” – scrive l’apostolo Paolo – è “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Galati 5,22). Perché possiamo vivere questi frutti, lo Spirito effonde in noi i suoi doni, aiutandoci così a corrispondere alla chiamata divina per ognuno di noi.
Quali sono questi doni? Gli stessi che secondo il profeta Isaia Dio farà al Messia!
Si parla perciò dei sette doni dello Spirito Santo: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timor di Dio.
Abbiamo tutti bisogno di essere fortificati dal dono di Dio, per divenire capaci di credere, sperare e amare al di là della nostra debolezza.

Più che essere noi a “confermare” l’impegno della nostra fede, è così Dio a “confermarci”, a illuminarci e a renderci forti e saldi nella potenza del Suo Spirito. Chi può dire di non aver bisogno di questa forza?

Non si deve mai dimenticare che è lo Spirito a confermare il cresimato nella vita divina, più che il cresimato a confermare la sua scelta di Dio. Certamente, la decisione di domandare la cresima è importante, ma essa non deve oscurare il primato dell’agire del Signore. È compito di tutta la comunità cristiana aiutare chi chiede la cresima a comprenderne e viverne pienamente il significato: hanno qui un ruolo importante la famiglia e la parrocchia, come chi accetta di assumere il ruolo di padrino o di madrina.

“Mentre Giuseppe e Maria erano in viaggio verso Betlemme, un angelo radunò gli animali di tutta la terra per scegliere quelli adatti ad aiutare la Santa Famiglia. Per primo si presentò il leone: ‘Solo un re è degno di servire il Re del mondo – disse -. Io sbranerò tutti quelli che tenteranno di avvicinarsi al Bambino!’. ‘Sei troppo violento’ disse l’angelo. Subito dopo si avvicinò la volpe. Con aria furba insinuò: ‘Io sono l’animale più adatto. Porterò a Maria e Giuseppe tutti i giorni un bel pollo!’ ‘Sei disonesta’, disse l’angelo. Passarono, uno dopo l’altro, moltissimi animali, ciascuno magnificando il suo dono. Invano. L’angelo non riusciva a trovare nessuno che andasse bene. Finalmente, vide che un asino e un bue continuavano a lavorare con la testa bassa nei pressi della grotta. Li chiamò: ‘E voi che avete da offrire?’. ‘Niente’, rispose l’asino e afflosciò mestamente le lunghe orecchie: ‘Noi non abbiamo imparato altro che l’umiltà e la pazienza!’. Il bue, timidamente, soggiunse: ‘Però potremmo di tanto in tanto cacciare le mosche con le nostre code’. L’angelo finalmente sorrise: ‘Voi siete quelli giusti!’”. Essere umili, docili, fedeli: farsi bue e asinello… Ecco la condizione perché la cresima non sia il “ponte dell’asino”, ma il nuovo inizio di una storia di fede e di amore che faccia risplendere nella storia degli uomini qualche tratto dell’infinita bellezza di Dio: “Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio” (Michea 6, 8).

Cresimarsi, continuare il cammino, se si sparisce dal mondo perchè non ci si sente più costretti vuol dire che in realtà quel ponte non è stato mai altrepassato!
E’ sì una prova per il Signore ma anche una prova che ognuno dovrebbe avere verso se stessi e verso la comunità.
Prega il Signore perché ci aiuti a essere davanti a Lui… come il bue e l’asinello!

da: Gesilia