Carissimi Amici,
alle soglie del dodicesimo anniversario, da quel terribile 9 aprile 2009, spartiacque per la nostra storia aquilana, che ha segnato tutti profondamente, ancora una volta mi permetto, in punta di piedi, di chiedere il Vostro prezioso aiuto e collaborazione.
Quel tragico evento ci ha dato la possibilità di conoscerci, di diventare amici, di instaurare in questi anni un solido ed affettuoso rapporto costellato di tantissima generosità, di preghiera, di amicizia profonda. Avete anche toccato con mano le difficoltà, l’incertezza, lo sconforto che, in questi anni, fra alti e bassi ci ha contraddistinto.
Difficile l’annosa situazione burocratica che sembra rallentare sempre più ogni singolo intervento. Il tutto costellato da persone, chiamate a decidere, a volte incapaci e prese solo dalla smania di avere il potere nelle loro mani, ma con pochissimi ed insufficienti risultati.
Come ben sapete la nostra comunità, molto numerosa, si trova ancora a celebrare l’Eucaristia in una tenda; i bambini fanno catechismo ancora nei container, gli spazi di ritrovo sono pressoché inesistenti se non fosse per quel piccolo parco giochi che abbiamo realizzato nel quale, come spunta un raggio di sole, si affollano famiglie, nonni e nonne che non sanno dove poter passeggiare o far giocare figli e nipoti; ragazzi che li si ritrovano onde evitare di stare in casa o dover per forza andare al centro commerciale. “Zero” socialità in tutto il territorio della Parrocchia e dintorni, se non in ristoranti e trattorie dove potersi riunire, ma questo comporta una spesa ed i più non se lo possono permettere, passando così la maggior parte del tempo chiusi nelle casette costruite dopo il sisma, per i più fortunati nelle proprie case.
La forte crisi economica che ci ha colpiti tutti, qui ha ancor più un effetto devastante per la situazione di precarietà che ancora si vive, nonostante tanto tempo sia passato. Le famiglie che a noi, come Caritas parrocchiale, si rivolgono sono sempre più numerose, sempre più disperate. È un vero e proprio caos di bisogni: poter parlare con qualcuno; lenta ma inesorabile perdita di prospettive per il futuro: abbandono della propria terra migrando altrove in cerca di speranza e qualche certezza in più per se stessi o per i propri figli; persone sole e lasciate a se stesse soprattutto gli anziani; mancanza di lavoro che peggiora la situazione psicologica e materiale di intere famiglie; il triplicamento di uso di psicofarmaci per lenire le ferite che non si vedono…tante e tante altre questioni e problematiche che si potrebbero raccontare, ma credo che ci siamo ben capiti.
In tutto questo marasma che sembra non voglia dipanarsi, ho preso la decisione di contare sulle nostre forze, con il Vostro aiuto, in varie parti d’Italia lanciando la raccolta fondi “Mattone su mattone…la speranza che non muore”.È un progetto ambiziosissimo il quale ci vedrà impegnati per almeno un anno., anche due. L’intento è quello di riuscire a vendere almeno 450.000 “mattoni” in tutto questo tempo.
Questo consentirà di raccogliere grossomodo la somma che ci serve e servirà per mantenere la tenda-Chiesa ancora per qualche anno; la somma per acquistare il terreno per poter presentare alla CEI il progetto per i nuovi spazi polifunzionale adatti a ricevere così tante famiglie e ragazzi dando loro spazi di aggregazione, quindi socialità comune; avere una somma che si avvicini al 25% del progetto come richiede la presentazione dei progetti alla CEI per la nuova edilizia di culto e così avere il benestare, che diversamente non avremmo, da parte dell’Arcivescovo per la presentazione del progetto non potendo come Arcidiocesi potersi permettere quella fondamentale percentuale onerosa.
Ogni biglietto costa 5.00 euro, che simbolicamente rappresenta “un mattone” per i nuovi spazi di aggregazione. Questo significa non solo vendere biglietti per venderli, ma coinvolgere le persone nella concretezza di un progetto di socialità e di Chiesa che si aiuta nonostante le difficoltà del tempo presente. Bisogna riuscire a coinvolgere molte persone ed allargare il più possibile il cerchio, diversamente si vende ai soliti amici e si finisce che in un mese si esaurisca il tutto. Un esempio, visto il tempo a disposizione, spiegando bene cosa sono effettivamente quei biglietti, si possa contare su un numero di persone che acquistano almeno un biglietto al mese per dodici mesi, e da essi intessere relazioni in altri paesi dove hanno parenti, amici, associazioni o gruppi che possano aiutarci e così via. Va ricordato inoltre che i “biglietti-mattone” sono vere e proprie ricevute le quali si possono scaricare dalla denuncia dei redditi: certo per 5 euro forse non ne vale la pena, ma un azienda ne potrebbe acquistare un centinaio e regalarli per Natale o Pasqua ai propri dipendenti, farebbero un gesto di solidarietà ed in più deducibile (è una delle possibili idee). Oppure, come proponevo nella precedente missiva, trovare un buon numero di persone che acquistino un biglietto al mese per 10-11-12 mesi, ed il totale poi è tutto deducibile.
Lo so che vi sto chiedendo una cosa oltre misura e molto impegnativa, ma credo fortemente nella Provvidenza, in voi e ciò che siete capaci di fare per un bene maggiore, non privatistico o a scopo di lucro. Sa di speranza, di qualche certezza in più, di condividere un gesto fra fratelli nell’unico Signore e Dio che orienta la nostra storia ed è capace, come mi ricordava spesso il mio parroco, di scrivere dritto fra le nostre righe storte.
Io ci credo, la Comunità sta iniziando a crederci, spero anche voi così che possiate contagiare tanti fratelli e sorelle.
Qualsiasi sia l’esito di questa vicenda, vi ringrazio con tutto il cuore sin da ora per quanto avete già fatto in questi anni nei momenti più difficili che, come Parrocchia, abbiamo vissuto contando sulla vostra vicinanza, sulle vostre preghiere e sugli aiuti concreti che già avete compiuto.
Con tanto affetto e stima profonda, grazie.
don Ramon