Dopo tante speranze ed attese, ecco che nasce anche in questa realtà parrocchiale il “Coro degli Adulti” che si affianca all’ormai già consolidato “Coro dei Giovani”. E’ ovvio che questa distinzione l’adottiamo solo per motivi pratici e non sostanziali: in simili gruppi non devono avere alcun senso le differenze formali (età, sesso, posizione sociale, ecc.) anche perché ne andrebbe immediatamente a svan-taggio della fusione vocale (affiatamento). In altre parole dall’intesa dei singoli coristi fra loro, deve originarsi una voce o, per dirla in maniera polifonica, una voce per ogni sezione (soprano, contralto, tenore, ecc.) e quindi tutto converge ad eliminare quelle identità vocali di ogni cantore grazie ad un minimo di impostazione tecnica della voce stessa e conseguentemente ad una migliore interpretazione del brano. Per questo il nostro coro si trova in una situazione davvero fortunata quanto provvidenziale: il soprano Maria Pia, che di cuore noi tutti ringraziamo, ha iniziato a far acquisire nozioni tecniche di respirazione e di emissione del suono, attraverso le quali il gruppo non potrà che trarne beneficio e progresso.
L’affiatamento poi acquista un significato tutto particolare quando un coro, come quello che si va formando, presta servizio in chiesa. “Un cuor solo e un’anima sola per la tua gloria, Signore” ci ricorda la Liturgia1, per cui se il coro canterà bene, in sintonia e in armonia, pregherà e farà pregare meglio la comunità dei fedeli.
Secondo il Magistero della Chiesa Cattolica, anche il coro svolge un vero e proprio ministero liturgico così come i chierichetti, i lettori ecc.; lo stesso Concilio Vaticano II invita i coristi ad esercitare il “proprio ufficio con quella sincera pietà e con quel buon ordine che conviene a un così grande ministero e che il popolo di Dio esige giustamente da essi. Bisogna dunque che tali persone – ribadisce il documento conciliare – siano educate con cura allo spirito liturgico e siano formate a svolgere la propria parte secondo le norme stabilite e con ordine”2. Non ci si prefigge quindi di costituire un coro da concerto e dalla tecnica impeccabile, ma si guarda piuttosto ad un gruppo disciplinato, che prega con il canto e testimoni con la vita il Vangelo di Gesù Cristo.
E’ importante anche sottolineare la scelta dei brani per formare un repertorio che sia conseguente a quanto finora accennato. Non a caso si parla di musica sacra, espressamente indicata per la preghiera liturgica, e musica profana che non dovrebbe oltrepassare la porta della Casa di Dio. Papa Benedetto XVI ci ricorda che “la Chiesa, nella sua bimillenaria storia, ha creato e continua a creare, musica e canti che costituiscono un patrimonio di fede e di amore che non deve andare perduto. Davvero – prosegue il Pontefice – in liturgia non possiamo dire che un canto vale l’altro”3.
Rimanendo su questa traccia, la nostra Corale ha scelto, e fa adottare ai fedeli oranti, grazie soprattutto all’immediata disponibilità del parroco Don Ramon, il Repertorio Nazionale approvato dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana)4.
Concludiamo con un augurio. Benedetto XVI scrive di essere convinto che le attuali e gravi problematiche che riguardano la Chiesa Cattolica sono riconducibili ad una profonda crisi riguardante il crollo della Liturgia “come se in essa non importasse più se Dio c’è, se ci parla e ci ascolta”5. Se quindi nell’azione liturgica riappare “la comunione della fede, l’unità universale della Chiesa e della sua storia, il mistero del Cristo vivente” ecco che la stessa Chiesa “appare nella sua sostanza spirituale”6.
Pertanto una volta dato a Dio, attraverso una corretta liturgia secondo gli insegnamenti della Chiesa, tutto ciò che gli è dovuto (cfr. I, II e III comandamento), avremo di conseguenza una benefica e positiva ripercussione sulla vita di ogni giorno, sulla testimonianza coerente alla quale ogni cristiano dovrebbe aspirare (cfr. IV-X comandamento). L’auspicio è che la Corale Sant’Antonio dia un contributo, anche se modesto non importa, ad un rapporto con Dio più profondo e autentico per poter affrontare con maggior coraggio il mondo attuale alla luce del Vangelo.
Possa la Beata Vergine Maria, Regina del Coro degli Angeli e Aiuto dei Cristiani, guardare con materna bontà questa iniziativa tesa unicamente alla maggior gloria di Dio e alla salvezza eterna delle anime.
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1 Cfr. Messa con i Fanciulli, Preghiera Eucaristica II.
2 Sacrosanctum Concilium n.29
3 Sacramentum caritatis, n.42
4 Repertorio Nazionale “Canti per la Liturgia” CEI – Ldc, Leumann 2009 (con 384 brani).
5 J.Ratzinger “La mia vita” – San Paolo, Cinisello Balsamo 1997, p.115
6 Ivi.
Programma di Aprile-Maggio-Giugno 2012
Inizio: Cristo è risorto (G.F.Haendel)
Kyrie (dal Gregoriano)
Gloria (Gregoriano dalla Missa VIII “De Angelis”)
Ritornello al Salmo Responsoriale (Autori Vari)
Alleluja (F. O’Carroll – Chr.Walker)
Offertorio: Tu sei la mia vita (P.Sequeri)
Sanctus (Gregoriano dalla Missa XVIII “Deus Genitor alme”)
Anamnesi: Ogni volta (G.M.Rossi)
Dossologia: Amen (G.M.Rossi, a 3 vm)
Padre nostro (dal Messale Romano)
Embolismo: Tuo è il regno (A.Kunc)
Agnus Dei (Gregoriano dalla Missa XVIII “Deus Genitor alme”)
Comunione: Il tuo popolo in cammino (P.Sequeri)
Finale: Regina coeli (Gregoriano) – Jubilate Deo (Repertorio di Lourdes)
Corpus Domini addenda : Tantum Ergo (Greg. modo III) – Inni e canti (F.Tavoni)
Tonino Pasquarelli
il canto è un momento di incontro, riempie i cuori di gioia e quando questi sono pesanti e gonfi di pianto li rende leggeri, forse perchè ci avvicina a Cristo più di quanto riusciamo a capire . Una voce fa fatica a farsi sentire ….. anche quando si ascolta col cuore! ora se leggi questo breve pensiero ascolta il tuo cuore ed unisciti a questo piccolo coro affinchè tante voci arrivino in alto in “UNA” armoniosa voce d’amore.
questo coro è davvero l’insieme di tante culture diverse ma nessuno si accorge davvero di questo!basta provare una volta per non poter più fare a meno di esserci……bisogna provare .
“…chi canta prega due volte…” (Sant’Agostino)
Esperienza che fortifica lo spirito…lodi melodiche che volano al cielo…tanto mi suggerisce il cuore quando canto….
“…Gli stonati non esistono. Ci sono solo persone non educate al canto.
Se per qualcuno una bella voce puo’ essere un dono fin dalla nascita, cantare bene con la propria voce e’ possibile, ci vuole esercizio e disciplina.
Non bisogna imitare nessuno. La voce e’ l’identita’ di ciascuno, e’ unica come un’impronta digitale. Solo se usiamo la nostra voce possiamo pensare di trasmettere passione. Perche’ cantare non e’ solo un fatto tecnico ma e’ la trasmissione di un’emozione, di un respiro, di una vibrazione dell’anima…”